Nel mondo dell’IT, questo è uno dei tormentoni più comuni. È capitato a tutti, consulenti o Manager, di avere di fronte un’azienda decisa a lasciare la gestione informatica ad un sedicente cugino (o parente fino al 5° grado di successione).
Nepotismo a parte, perché un’azienda moderna (e che tenga al proprio futuro) non può fare una scelta del genere? E, se il cugino/nipote/fratello della zia della cugina della nonna non è esattamente il Bill Gates della nuova generazione, come ha fatto a guadagnarsi tutte queste responsabilità?
Il CNFDZDCDN (cugino-nipote-fratello della zia della cugina della nonna) ha giocato bene la sua carta più potente: la fiducia.
Il cugino sa che, in quanto parente, tutti danno per scontato che lui (e se uso solo il maschile non è sessismo ma un dato di fatto…i cugini sono SEMPRE uomini!) abbia a cuore il destino dell’azienda. Invece lui in tutto questo è rimasto incastrato. Maledetta quella volta che ha configurato la stampante della nonna del suo vicino di casa, da allora si è creato un nome, una fama, un mito, una leggenda. In famiglia lui è il Dio pagano della formattazione.
In realtà lui ci capisce ben poco… e non perché non abbia voglia di imparare, ma questa faccenda del cugino alla fine si è rivelata un’arma a doppio taglio! Zero formazione, orari impossibili (“Siamo in famiglia, mica posso pagarti gli straordinari”) e tante, troppe richieste.
Per prima cosa, non dobbiamo avere paura di disegnare scenari apocalittici. Diamo sfogo alle nostre conoscenze, aiutando la proprietà a capire fino in fondo che cosa si rischia nell’affidare l’IT a chi non ha le dovute competenze: blocchi di sistema, ritardi nelle consegne, perdita di dati, incapacità di far fronte agli ordini, spese impreviste, per citare alcuni dei rischi. Non è catastrofismo, è realismo.
Secondo, tiriamo fuori una soluzione che metta tutti d’accordo. È possibile? Yes.
Diciamo che l’azienda abbia fatto una scelta saggia, e si sia dotata di un IT interno che tiene sotto controllo il gestionale, gli applicativi e tutte le componenti principali del sistema. Cosa resta fuori? Le piccole ma impegnative attività quotidiane. E chi se ne occupa? Il sistema di automazione, per esempio.
Sono a disposizione anche delle PMI strumenti completi di automazione e gestione delle problematiche di base che, oltre a monitorare costantemente l’infrastruttura, intervengono in maniera automatica (ovvero senza il coinvolgimento di un tecnico) per la risoluzione delle problematiche frequenti. Attraverso la definizione di precisi workflow, il dipartimento IT può delegare allo strumento la vigilanza e intervenire solo in caso di problemi.
In questo scenario il cugino può dedicarsi alla definizione dei workflow e dei meccanismi di automazione, supervisionato dall’IT Manager, per essere più efficace e rendere più produttiva la sua giornata.
A questo punto l’obiezione di chi ha assunto il cugino potrebbe essere “perché devo investire in una piattaforma di automation quando pago già lui?”. Domanda legittima, ma che prevede una risposta ancora più legittima. Lasciare il proprio dipartimento IT senza un RMM (Remote Monitoring and Management) significa disperdere le energie del team e sprecare le risorse aziendali. Se è possibile rendere automatizzata la quasi totalità delle attività perché devo usare il tempo dei miei dipendenti per fare la stessa cosa? Posso investire quel tempo in attività finalizzate alla crescita aziendale, per esempio.
“Ma così facendo non tagliamo posti di lavoro?”. No.
Perché gli addetti all’automation dovranno essere sempre persone in carne ed ossa. Uno strumento è valido solo se a guidarlo ci sono esseri umani che ne capiscono il potenziale, preso da solo è una scatola vuota.
E non dimentichiamo che gli strumenti RMM eseguono anche il monitoraggio della rete e dell’infrastruttura informatica: se non ho uno staff che analizza i dati del monitoraggio e attua azioni correttive, qual è lo scopo del monitoraggio?
Ultimo ma non ultimo, il fattore costo. Non è necessario per un’azienda di medie dimensioni investire cifre ingenti per acquistare la soluzione RMM. Anche nell’IT vige la stessa logica della flotta di mezzi aziendali: perché acquistarli (e manutenerli) quando posso pagare un servizio di noleggio e avere sempre mezzi nuovi senza dovermi preoccupare della manutenzione ordinaria?
Grazie alla collaborazione con un MSP potrà utilizzare una piattaforma di RMM As a Service, pagando solo un canone mensile di utilizzo, per:
Se poi l’ MSP a cui vi appoggiate è veramente consapevole del valore che ha uno strumento simile, inserirà nella sua offerta anche la dovuta formazione al vostro IT interno.
Insomma, i cugini sono al sicuro, ma devono essere dotati delle conoscenze e degli strumenti adatti per contribuire alla crescita dell’azienda.
E tu, IT Manager, se vuoi che il tuo team sia più produttivo e risponda in maniera pronta ed efficace alle esigenze aziendali, dovrai promuovere l’adozione di uno strumento del genere.
– Vera Tucci, Co-Founder di T-Consulting srl